mercoledì 31 agosto 2011

francobolli

Tra le mie varie attività, un motivo ricorrente è la produzione di francobolli, opere in piccolissimo formato fatte per circolare nel mondo. Il NUF (Nuovo Ufficio Filatelico) di FUN (Nazioni Unite FUNtastiche) ha diffuso negli anni zero emissioni come queste.








martedì 30 agosto 2011

imbarazzante

Mi sono accorto, perfino con un po' di imbarazzo, che su Piermario Ciani, Luther Blissett e altre mie identità sono state scritte diverse tesi di laurea, oltre ad articoli e omaggi di vario tipo. Questi che seguono sono alcuni ritratti immaginari che mi ha fatto Guglielmo Manenti, presi dall'archivio...




aspettando

Ieri sera, mentre aspettavo davanti al computer, mi sono divertito come al solito a scarabocchiare con la penna biro. Questo è il più interessante fra i "disegni automatici" che mi sono ritrovato sulla scrivania...

lunedì 29 agosto 2011

buonanotte

Sono passate le dieci e mezza e io mi sento un po' affaticato, vado a coricarmi. Lasciate pure altri commenti, se volete, magari rispondo domani.
Un saluto a tutti, e Manu un po' mi manchi (anche se fai le corna).
Mandi,
P.


fatevi sotto

dai, forza,


non avete proprio nulla da dirmi?

altri video e suoni

Ancora un po' di video che mi vedono coinvolto e qualche brano musicale, su YouTube con un po' di pazienza ne trovate molti altri.
In "Saluti da Venezia" mi sono divertito a realizzare cartoline turistiche un po' differenti, con l'aiuto video-musicale di Vittorio Vella.


Questo invece, montato dall'ineffabile Vatto Villa, è un sunto di "Fun of Fun", la prima convention delle Nazioni Unite FUNtastiche, sull'isola utopica di Casier presso Treviso.


Massimo Giacon, Unità TRAX 03, ha registrato per TRAX numerosi brani musicali col suo gruppo Spirocheta Pergoli e poi con I Nipoti del Faraone. "Merendine" è un cavallo di battaglia degli Spirocheta tratto dal mini-lp "Fuzzi Bugsi tumpa il bongo!", prodotto in 500 copie nel 1984.


Oggi Giacon è un affermato artista e designer, ha perfino partecipato alla Biennale di Venezia di quest'anno col video "Voodoo" del suo nuovo progetto musicale Massimo Giacon & The Blass. Lui è un po' cambiato ma la voce è inconfondibile.


I Klasse Kriminale hanno inciso un brano intitolato "Mind Invaders", proprio come il mio primo gruppo musicale fantasma. Una canzone che è un po' il manifesto del "multividuo" Luther Blissett: "il mio nome è il tuo nome / senza nomi tutti liberi...".

il grande complotto

Da qualche tempo mi capita di imbattermi in immagini come questa, dove le persone più diverse si fanno passare impunemente per me (mi pare di riconoscere qui la Francesca Agostinelli).


Loschi figuri si fanno fotografare con le insegne di F.U.N., qualcosa secondo me bolle in pentola.


Ho già attivato il quartier generale del Great Complotto (qui vedete Ado e Ale al Tequila in un'immagine di repertorio del 1979) perché mi diano una mano a capire cosa diavolo sta succedendo.

trax



Dal 1981 al 1987 ho coordinato, assieme a Vittore Baroni, Massimo Giacon, Giancarlo Martina, Daniele Ciullini, Ado Scaini e molti altri, il progetto a "modularità variabile" TRAX, che ha prodotto in quegli anni un gran numero di cassette, dischi, riviste, cartelle xerografiche, t-shirt, ecc.


Le modalità produttive di TRAX hanno anticipato di almeno un decennio alcune possibilità interattive di Internet, come bene esemplifica l'LP TRAX XTRA (1982), un album con brani composti assieme a distanza da dieci autori internazionali, senza mai incontrarsi fisicamente, che potete oggi scaricare gratis dal sito dell'etichetta Radical Matters:
www.radicalmatters.com/asp/web_editions.asp


Varie altre produzioni TRAX, come la compilation su cassetta "Horrorbox", gli inni nazionali alternativi di "Anthems" o il 12" degli Spirocheta Pergoli "Fuzzi Bugsi tumpa il bongo!" sono rintracciabili gratuitamente in rete, digitalizzate da fans e rese nuovamente disponibili, ora che le copie originali sono ormai rarità per collezionisti.

vietato ai minori

Gran parte della mia produzione foto-grafica rientra in una categoria di immagini che credo le norme e i regolamenti vigenti nel web considererebbero  "vietate ai minori". Molti dei lavori che ho spedito in giro a fanzine e riviste fin dagli anni Settanta non sono mai stati pubblicati proprio per questo motivo (tranne rarissime eccezioni, come nel caso di un articolo curato da Ferruccio Giromini per la rivista Blue). Qui di seguito due immagini dei tardi Settanta a cui ho applicato alcune "pecette" dato che sul blog potrebbe capitare anche dei minorenni.


Ed ecco anche un esempio di foto-elaborazione, davvero molto casto, che dedico con una riverenza a tutti i signori censori e i bigotti di questo pianeta.

domenica 28 agosto 2011

video

Non amo molto parlare in pubblico, ed è per questo che ci sono pochissimi miei video su YouTube o in circolazione...


amici

qui sono in compagnia dell'amico Carlo Branzaglia, critico e docente, esperto di design e linguaggi della comunicazione...


Questi invece sono Vittore e Manu che, a giudicare dalle magliette, secondo me stanno complottando qualcosa.


sabato 27 agosto 2011

Nazioni Unite FUNtastiche

Nel 2006 stato lavorando ad un libro dedicato al progetto F.U.N. (Funtastic United Nations) che per vari motivi non è mai stato pubblicato. Tra i testi raccolti per l'occasione, la bella introduzione di Paolo Albani che traccia una storia dei precedenti di stati immaginari come Naon, Akademgorod, Stickerland...



SULLA GEOGRAFIA FANTASTICA
Paolo Albani

In un punto imprecisato del Mediterraneo si trova l’isola dei Lotofagi, un lembo di terra assai temuto dai naviganti perché coloro che vi sbarcano vengono indotti (sedotti), senza malizia, dagli abitanti a cibarsi del frutto dolcissimo del loto, il cui effetto è un altrettanto dolce oblio, che farà scordare loro il ritorno e ogni affetto, costringendoli a rimanere per sempre sull’isola, a meno che non siano portati via con la forza.
L’isola dei Lotofagi è uno dei luoghi immaginari - insieme alla Terra dei Ciclopi, al paese dei Lestrigoni e dei Cimmeri, alle isole di Ogigia, di Eolia, delle Sirene e della maga Circe - che s’incontrano nell’Odissea di Omero (sec. viii [?] a.C.), a testimonianza di quanto remota sia, specie in ambito letterario, l’arte d’inventare terre inesistenti.
È soprattutto nel Seicento e nel Settecento, secolo quest’ultimo ritenuto l’età dell’oro dell’utopia, che si diffonde con grande successo la moda dei resoconti di viaggi in terre immaginarie, in terre “de nulle part”, di Eldoradi sperduti, di isole misteriose, successo decretato, per altro, dalla fortuna editoriale incontrata dai trentanove volumi dei Voyages imaginaires, songes, visions et romans cabalistiques (1787-1789) pubblicati da Charles Garnier.
Uno degli aspetti più interessanti della letteratura dei viaggi fantastici, in particolare di quella attiva nel periodo che va all’incirca dalla prima metà del Seicento alla fine del Settecento, è lo zelo con cui gli scrittori di romanzi d’avventura si prodigano in descrizioni particolareggiate, minuziose dei mondi sconosciuti cui approdano i vari Gulliver o Victorin; le narrazioni, maturate a volte con intenti parodistici (vedi Swift), evidenziano la struttura della società dei paesi visitati sotto varie angolature, esaminandone i confini spaziali e la morfologia del territorio (notevole per bellezza estetica è il campo della cartografia immaginaria, dalla mappa delle terre del prete Gianni fino alle zoogeografie di Claudio Parmiggiani), l’organizzazione sociale e politica, la religione, il sapere scientifico, gli usi e i costumi, la finanza, l’architettura e l’urbanistica, le biblioteche (vastissimo è il fondo degli pseudobiblia, come pure affascinanti sono i cataloghi delle biblioteche nate sul modello di quella rabelaisiana dell’Abbazia di San Vittore) e perfino la lingua parlata di cui si arriva in certi casi a riprodurre la grammatica con paradigmi, vocabolario e coniugazioni.
In alcuni fra i romanzi più noti dell’epoca, che per altro hanno dato vita a stimolanti ricerche di linguistica fantastica, come Les aventures de Jacques Sadeur dans la découverte et le voyage de la Terre australe (1676) di Gabriel de Foigny, l’Histoire des Sévarambes (1677-1679) di Denis Vairasse (o Veiras) o ancora Les Voyages et avantures de Jacques Massé (1710) di Simon Tyssot de Patot, le analisi e le accurate osservazioni sulle lingue in uso nei paesi esplorati sono così approfondite, circostanziate e ricche di esempi da renderle quanto mai verosimili.
Il più delle volte l’invenzione di un mondo immaginario mette capo alla creazione di una branca fantastica del sapere: si pensi, tanto per dare solo pochi riferimenti, alla botanica parallela di Leo Lionni, inventario di una natura esistente nelle terre “al di là dello specchio”, o ai Rinogradi di Harald Stümpke (Gerolf Steiner), mammiferi nasuti che popolano l’arcipelago di Aiaiai nel Pacifico meridionale, o alla Coscinoscera punctata e alla Coscinoscera nigrostriata, grandi Ornitotteri attestati unicamente sull’isola di Iputupi, studiati da Georges Perec. Animali fantastici con nomi bizzarri - Uro, Parpua, Darletta, Epigrú, Cartiva, Megia, Emeo, Curtipliana, Ipedruchi, Burasse, Peffili, Daraghe, Purpiassi, Babluiti, Carciti, Giammette - si trovano anche negli “Appunti di zoologia” che Henri Michaux incluse nel suo libro Mes propriétés (1929).
Sotto questo profilo, la Zoologia fantastica è forse il settore dell’“immaginario scientifico” più frequentato in letteratura, su cui esiste una gran mole di repertori, di antologie curiose, di numeri monografici di riviste e di manuali come quello, famoso, redatto nel 1957 da Borges in collaborazione con Margarita Guerrero, diventato dieci anni dopo El libro de los seres imaginarios.
Quando delinea i tratti salienti di un paese inesplorato e sconosciuto, accade non di rado allo scrittore di storie ambientate in “nuovi mondi” di vestire i panni del precursore, di prefigurare cioè invenzioni, scoperte che si realizzeranno in un futuro lontanissimo (la fantascienza, diceva Manganelli, “è mossa da angosciosi impulsi profetici”).
Facciamo un piccolo esempio. Ne L’Autre Monde ou les États et Empires de la Lune (1657), Cyrano de Bergerac racconta che gli abitanti della Luna parlano un linguaggio musicale; di conseguenza i loro libri non possono che avere la forma di oggetti “sonori”. La descrizione che Cyrano de Bergerac offre dei libri scritti in lingua lunare sembra perfettamente ritagliata per illustrare il funzionamento del futuro grammofono:

All’apertura della scatola, trovai dentro un non so che di metallico quasi in tutto simile ai nostri orologi, pieno di un numero infinito di piccole molle e congegni impercettibili. Effettivamente è un libro, ma un libro prodigioso che non ha né fogli né caratteri. Insomma è un libro dove, per leggere, gli occhi non servono, ma si ha bisogno solo degli orecchi. Quando qualcuno dunque desidera leggere, carica, con una gran quantità di ogni specie di chiavi, quella macchina, poi volge l’ago sul capitolo che desidera ascoltare, e subito escono da quel congegno come dalla bocca di un uomo, o da uno strumento musicale, tutti suoni distinti e differenti che servono, tra i notabili della Luna, all’espressione del linguaggio.

Allargando lo sguardo sull’esteso campionario di mondi immaginari, così da includere, a fianco delle rappresentazioni che muovono dal romanzo sei-settecentesco di stampo prevalentemente utopico, quelle costruite dalla fantascienza, si può ben constatare che esiste una vera e propria Geografia fantastica, scienza che studia ogni sorta di “altri mondi” o “luoghi immaginari” la cui tipologia, seguendo le indicazioni contenute ne La scienza della fantascienza (1991) di Renato Giovannoli, può essere sommariamente riassunta così: 1) mondi perduti (paesi al centro della Terra, antiche civiltà sopravvissute nelle profondità di giungle o di oceani inesplorati, ecc.); 2) mondi di epoche antiche, o future, o imprecisate (medioevi barbarici, continenti scomparsi, ecc.); 3) mondi del sogno, talvolta visitati da più sognatori; 4) utopie geometriche alla Flatland; 5) pianeti sempre più lontani, esotici, alieni; 6) mondi subatomici, ovvero atomi concepiti come minuscoli sistemi solari, con pianeti magari abitati.
Un altro proficuo tentativo di classificazione, avanzato da Omar Calabrese in un intervento apparso sul catalogo della mostra Hic sunt leones. Estetica dei non luoghi (2006) tenutasi alle Acciaierie Arte contemporanea di Cortenuova (Bergamo), individua cinque possibili categorie della Geografia fantastica.
La prima, la geografia d’invenzione, “consiste nel delineare un paese che non c’è, in modo da ambientarvi avventure straordinarie, con il medesimo sentimento di scoperta che probabilmente ebbero gli esploratori di nuovi mondi, e però con la liberazione più totale della fantasia”. In una seconda categoria, la geografia utopica (in questo caso la terminologia è nostra), l’invenzione di territori inesistenti ha lo scopo, come nell’Utopia (1516) di Tommaso Moro, di offrire assetti sociali da prendere a modello. Una terza categoria, la geografia congetturale, include luoghi certamente immaginari - Atlantide, il Paradiso Terrestre, il regno del prete Gianni, ecc. - ma creduti in qualche maniera e in varia misura “veri”. Un’ulteriore categoria è quella della geografia concettuale, così chiamata perché qui “l’aspetto cartografico serve soprattutto come grande metafora o come criterio di organizzazione dei sistemi di relazione fra concetti astratti”: nel romanzo La Clélie (1654-60) della scrittrice francese Madeleine de Scudéry, imperniato sulla storia di Clelia, fanciulla romana data in ostaggio al re Porsenna, del cui figlio, Arunte, diviene l’amante, è riprodotta una carta che mostra in chiave topografica il sistema semantico dell’amore: sulla “Carta del Tenero” (Carte du tendre), partendo dalla città di Amicizia Nuova, si arriva a tre città, ciascuna su un fiume: Tenero su Stima, Tenero su Riconoscenza e Tenero su Inclinazione; alla prima si giunge attraversando i villaggi di Versi Graziosi, Lettera Galante, Generosità, ecc. badando di evitare Negligenza, Leggerezza, Oblio, ecc. che porterebbero dritti al Lago d’indifferenza.
C’è infine la geografia giocata, cioè costruita per giocare, come nel Gioco dell’Oca, nei Monopoli o in tanti giochi di ruolo basati su “percorsi inframezzati da tappe nelle quali si ergono difficoltà da superare attraverso prove e mosse del giocatore”. Il gioco può consistere anche nel paradosso e nello scherzo: a questo riguardo, afferma Calabrese, l’esempio più bello è probabilmente quello rappresentato da Lewis Carroll in The Hunting of the Snark (1876): poiché la caccia allo Snark (tradotto da Milli Graffi in Snualo), immaginario e sfuggente animale che poi risulta essere un Boojum, altro animale immaginario, avviene nell’oceano, l’unica mappa possibile di uno spazio di quel genere è assolutamente bianca.
Ancora oggi un valido strumento di consultazione per avvicinarsi alla Geografia fantastica è costituito dal Manuale dei luoghi fantastici (1980, ristampato da Rizzoli nel 1996) di Gianni Guadalupi e Alberto Manguel. “È un volumone - scrive Calvino in una recensione uscita su la Repubblica del 1981 - che si presenta come un dizionario geografico, con voci in ordine alfabetico (da Abaton, città di collocazione variabile, a Zuy, centro commerciale degli Elfi), corredato da cartine e da incisioni che imitano quelle d’una vecchia enciclopedia... [...] Nella Biblioteca del Superfluo, che vorrei trovasse sempre posto nei nostri scaffali, mi sembra - aggiunge Calvino - che un ‘Dizionario dei luoghi immaginari’ sia un’opera di consultazione indispensabile.”
Nello stesso anno, sempre su la Repubblica, Calvino recensisce un libro dedicato all’opera di Donald Evans, un artista del New Jersey che negli anni Settanta non fa che dipingere francobolli, circa 4000, distribuiti in 42 paesi immaginari, francobolli disegnati con matite o inchiostri colorati e dipinti a acquerello, “scrupolosamente fedeli a tutto ciò che ci si aspetta da un francobollo, al punto di sembrare, a una prima occhiata, veri”. Dopo essersi inventato il nome di un paese, il nome di una moneta, un repertorio di immagini caratteristiche, Evans comincia “a riempire minuziosamente dei piccoli quadrati o rettangoli (qualche volta triangoli) incorniciati da un bordo bianco dentellato, a serie completa, ogni serie col suo anno d’emissione e lo stile dell’epoca, ogni valore col suo colorino tenue, scelto nella gamma di tinte abituali delle affrancature postali.”
Ma l’operazione artistica non si esaurisce qui: Evans annulla i francobolli con un timbro circolare da lui stesso ideato e alle volte la composizione comprende “anche la busta tutta timbrata e stampigliata, con l’indirizzo scritto a mano in una grafia inventata, nomi di persone e di luoghi inventati ma sempre quasi verosimili”.
Abbiamo così tracciato a grandi linee la poliedrica varietà di spunti e di temi (linguistici, religiosi, bibliografici, morali, cartografici, scientifici, architettonici, artistici e di altro tipo ancora) che l’invenzione geografica suscita e mette in gioco.
Ma come si fa a inventare un luogo fantastico?
È sufficiente una parola inconsueta, misteriosa, sconosciuta ai lessici convenzionali, per aprire il rubinetto della nostra fantasia, magari una parola trovata per caso, come quella che Charles Dickens, in una cupa giornata londinese, scorge d’improvviso riflessa sulla porta a vetri di un caffè: “MOOREEFFOC”. All’apparizione di quella parola dal suono bizzarro, inatteso, Dickens, come lui stesso racconta, si estranea dalla realtà e comincia a fantasticare, immaginandosi chissà un’ipotetica terra di MOOREEFFOC, calda, verdeggiante e piena di frutti esotici, lasciandosi così alle spalle l’uggia nebbiosa dell’inverno inglese.
Solo in un secondo tempo, Dickens realizza che “MOOREEFFOC” non è altro che l’insegna “COFFEEROOM”, “CAFFÈ”, letta al contrario.



giovedì 25 agosto 2011

collaborazioni

Spesso il mio modo di operare mi ha portato a lavorare a stretto contatto con altre persone. Dal 1980 ad esempio, ben prima che Internet arrivasse ad accorciare le distanze, ho collaborato con il critico musicale e mailartista Vittore Baroni ad una serie infinita di progetti, mostre e pubblicazioni, nonostante le centinaia di km. che separano Bertiolo da Viareggio.



Questo sotto con me è invece Vittorio Vella, musicista con cui ho realizzato alcuni progetti tra cui un mio intervento fuori-Biennale a Venezia. Le Poste, in qualche modo, c'entrano sempre...



a pezzi

Oggi è proprio caldo, e come in questo mio vecchio lavoro - composto da un puzzle di varie cartoline postali - mi sento un po' a pezzi...

martedì 23 agosto 2011

album di famiglia

Mi hanno detto che nei blog si mettono anche le foto di famiglia, quindi ci provo pescando qua e là.
Qui vediamo Paolo Jacob (che fa il fotografo) io e Manu in uno dei miei tipici autoscatti. Prima o poi deciderò di pubblicarli tutti, ne ho collezionati abbastanza.


Nella prima qui sotto siamo a Grado. Nella successiva Manu e Miriam Nonino mi fanno il verso (credo che abbiano in mente qualcosa che mi riguarda).



Ci sarà un nesso qui sotto tra me e l'opera sullo sfondo? Non ne ricordo il titolo. Io e Manu siamo alla Biennale del 2005. I bar erano affollatissimi e ho dovuto bere in piedi… temperature elevate, quasi come oggi.


Ecco Massimo, Manu e Vittore al Centro Ceschia di Tarcento per "Iibridamens - Intersezioni d'Arte Contemporanea". A Massimo ho curato una bella personale.


Sotto sono invece con l'artista Enrico Michieletto in uno scatto di Debora Vrizzi.


Alfine, una tenda F.U.N. tutta per noi. Manu non ci vuole dormire. Dice che russo come un trattore. Per ora mi fermo qui e vado a fare un riposino. Se gradite, poi di foto ne metto delle altre.


gioca con f.u.n.

Se proprio non sai come ingannare il tempo, puoi divertirti con F.U.N. e il gioco del 15.



aaa edizioni

Il sito delle AAA Edizioni (1996-2006) è magicamente riapparso qui: http://www.fulvioromanin.it/piermariociani/
Ovviamente il sito non è più operativo e molte delle pubblicazioni in elenco sono esaurite e irreperibili, una perlustrazione potrà essere però ugualmente interessante.

lunedì 22 agosto 2011

benvenuti qui

Dopo aver soprasseduto all'idea per una vita, anch'io mi sono deciso ad aprire un mio piccolo blog. Ci troverete vecchie e nuove immagini e anche testi, in ordine disordinato. Mi danno una mano in questa impresa Tom Mix, Stickerman, Luther Blissett e altri vecchi amici. Se volete dire la vostra, o rivolgermi qualche domanda, siete i benvenuti.
P.